sabato 28 settembre 2013

IN ARRIVO : Shin Ei Companion FY-2 Fuzz clone

Altro mostro sacro dei fuzz giapponesi anni 60/70, ancora usato in un certo genere musicale.
L'hanno usato a varie riprese tra gli altri :
Radiohead
Joy Division
Jesus and Mary Chain

Ovviamente ho trovato i transistor originali giapponesi NOS, i 2SC536.


Ovviamente per i migliori risultati vanno tutti selezionati per un Hfe intorno ai 300/350.
 
 
Approfitto per parlare della selezionatura dei transistor (anche quelli al silicio) portando un aneddoto interessante :
La leggenda dice (ma non solo anche alcune interviste) che i vari tour manager, tecnici di studio, ecc che seguivano i vari mostri sacri inglesi della chitarra negli anni 60 pagassero sottobanco i commessi o i tecnici di quei negozi che importavano direttamente i pedali dagli States o dal Giappone, per selezionare e "mettere da parte" quelli che suonavano meglio.
Questo per il semplice fatto che nessun produttore a quel tempo selezionava i transistor che montava (a quel tempo le apparecchiature per l'analisi o erano in mano ai militari o costavano a peso d'oro e nessuno se le poteva permettere) e quindi le differenze di suono tra un pedale e l'altro, anche dello stesso modello e produttore, variavano in maniera abissale.
Ecco anche il perché della "nascita" dei tecnici specializzati che ti potevano rivoltare come un calzetto qualsiasi pedale, i vari Gary Hurst e Roger Mayer per fare un paio di nomi.
Guarda caso Roger Mayer prima di lavorare per J. Hendrix era stato un tecnico per la marina militare di Sua Maestà e si sà che le tecnologie più innovative prima passano per le mani dei militari.

venerdì 27 settembre 2013

Tycobrahe Octavia / Fulltone OctaFuzz reissue

Eccolo montato, il circuito è quello del Tycobrahe Octavia mitico pedale usato anche da Jimi Hendrix e molto raro, i prezzi per un buon usato arrivano anche a 1000$, però con le migliorie apportate dalla Fulltone nel suo OctaFuzz (più che altro per evitare il pop del TrueBypass).


Il signor Fullertone della Fulltone racconta che cablandone uno si dimenticò di montare uno dei diodi in uscita, il suono generato (per sbaglio) non aveva più nessun effetto di octave ma rimaneva un ottimo fuzz (molto opinabile ma ogni scarrafone è bello a mamma sua).
Ora io capisco che il 90% delle scoperte scientifiche sono frutto di errori in fase sperimentale ma se il signor Newton dopo che gli cadde la storica mela in testa invece di postulare la teoria dell'attrazione gravitazionale si fosse limitato ad asserire che "la mela matura è più buona" ora non lo studieremmo sicuramente a scuola.

Dopo aver avuto qui in laboratorio proprio un Octafuzz portatomi proprio perché non suonava "un gran chè" (a detta del mio cliente) come semplice fuzz e aver visto che non aveva nulla che non andava, una volta che ho messo le mani sulla mia versione ci ho perso un po' di tempo per provare a migliorarlo.

Per prima cosa l'originale montava transistor PNP cioè quelli che hanno bisogno di essere alimentati con una tensione negativa, questo non creava nessun problema al tempo dato che non aveva l'alimentazione esterna (come praticamente tutti i fuzz anni 60).
Il buon Fulltone ha voluto mantenere i transistor originali e quindi il suo pedale non può essere alimentato in catena con altri pedali.
Ma i transistor originali (al silicio) non hanno nulla di speciale (roba da 2 soldi) e non si sente alcuna differenza con i loro sostituti NPN, quindi meglio una piccola differenza dall'originale ma la possibilità di alimentarlo in catena ad altri effetti.

Ora veniamo allo switch, dopo varie prove ho optato per bypassare completamente il trasformatore di uscita e quindi i o meglio il diodo, il risultato è ottimo, migliore di gran lunga di quello ottenibile scollegando il solo diodo alla Fulltone.
A questo punto ho optato per utilizzare un trio di transistor assolutamente vintage e veramente anni 60, un BC309 e 2 BC208 belli selezionati per un Hfe di 300, il suono ne ha giovato non poco.

giovedì 26 settembre 2013

Nuovo Semiconductor Analyser : tutte le caratteristiche di un transistor

Arrivato il nuovo analizzatore di transistor della PEAK, ditta inglese che costruisce (non in Cina, guarda caso sono made in UK) i migliori tester moderni per transistor al germanio (e non solo), l'Atlas DCA75 Pro.
Avevo già il modello precedente l'Atlas DCA55, ma il nuovo ha un sacco di possibilità in più, tra cui la possibilità di collegarlo al PC e far disegnare direttamente sul monitor le curve caratteristiche dell'oggetto del test.


I molti non sapranno che non è sufficiente il "prova transistor" presente ormai in tutti i Tester (multimetri) anche da 2 soldi, per il semplice fatto che non viene testato il lekeage.
Nei testerini da 2 soldi il lekeage viene sommato in maniera strampalata al valore di Hfe letto e quindi la misura è oltremodo inutile e fuorviante, per esempio ad un transistor con Hfe reale di 80 e 120uA (valore normalissimo) di Lekeage viene letto un falso Hfe di circa 200.
Ovviamente per i moderni transistor al silicio che lekeage non ne hanno la lettura è abbastanza precisa (ovviamente in funzione di quanto è costato, quello da 10euro del supermercato non è affidabile come un Fluke da 200euro).

Ecco le schermate da PC di un NKT275 :

 

E le sue caratteristiche in funzione della polarizzazione (BIAS)


Ovviamente anche questo analizzatore ha le sue limitazioni, più date dal target di vendita che da difetti dallo stesso.
Per esempio non è possibile cambiare la corrente di catodo Ic che è fissa e di un valore molto distante da quello reale di un fuzz, per ovviare bisogna fare la lettura diretta sul grafico e perde l'immediatezza e la precisione.

Quindi volente o nolente il mio fido Analizzatore della AVO del 1968 rimane il migliore, posso settare tutti i parametri di tensione e corrente come sul circuito su cui devono essere montati i transistor da testare.



Costruire Fuzz sembra semplice dato che ci sono 10 componenti in croce, ma è effettivamente un lavoro che obbliga a grossi investimenti di soldi, tempo e pazienza se si vuole avere un risultato che salga sopra ai soliti standard dell'autocostruzione o della faciloneria della produzione industriale.

martedì 24 settembre 2013

Nuovo Video : Univox SuperFuzz / Unicord UniFuzz / Shaftsbury DuoFuzz / Shin-Ei FY-6 clone

Video per il clone dell' Univox Super Fuzz, Shaftsbury Duo Fuzz ecc ecc.
Registrato proprio con un basso 5 corde.



P.S. anche l'Ibanez costruiva un pedale estremamente simile, lo Standard Fuzz, e utilizzava lo stesso circuito anche nel suo famoso Wha Fuzz.
Unica differenza, per risparmiare un transistor utilizzava un FET in ingresso per avere la giusta impedenza senza utilizzare un inseguitore (cathode follower) come secondo transistor.

venerdì 20 settembre 2013

Univox SuperFuzz / Unicord UniFuzz / Shaftsbury DuoFuzz / Shin-Ei FY-6 clone

Potrei continuare a trovare altri pedali che hanno lo stesso identico (o quasi) circuito, probabilmente un'unica ditta costruiva lo stesso pedale per vari distributori.

Costruito tra fine anni 60 e inizio anni 70 in primis dalla Univox in Giappone, esatto proprio quella dell'Univibe.
E' un Fuzz/Octave molto particolare, per chitarra è abbastanza difficile usarlo, l'ottava generata non è in tono con la nota e quindi suonando degli accordi che vanno oltre al semplice Power Chord fanno sembrare la chitarra completamente scordata.
Per basso invece è un mostro, anche al massimo della distorsione i bassi generati sono devastanti, se non l'avessero progettato più di 45 anni fa direi che è stato pensato con il NU Metal in mente, si digerisce corde da 130 in detune come fossero bruscolini.


Lo switch centrale seleziona 2 tagli di tono estremamente diversi tra loro, uno strapieno di bassi e uno medioso.


Ovviamente ho trovato i transistor originali giapponesi 2SC828 (guarda caso gli stessi dell'UniVibe) e gli originali diodi al germanio.

giovedì 19 settembre 2013

Extension box per pedaliere

A parte il nome altisonante è l'ennesimo progetto che mi chiede il solito Alberto mio cliente,
serve a utilizzare un cavo multicoppia (quello che si usa tra palco e mixer per capirci) per collegare l'entrata dell'ampli,  il send/return e portare l'alimentazione dei pedali, dalla sua testata alla pedaliera senza far correre 4 cavi da 8metri.


Il box viene montato sulla pedaliera da cui si diramano i cavi ai relativi pedali e le relative alimentazioni, la quinta presa RCA serve all'alimentazione di un pedale Evintude che necessita della polarità invertita e quindi l'alimentatore dedicato.
E' presente un'uscita da 9V per alimentare eventuali pedali "volanti" (per prova per esempio).
Il LED serve solo come check dell'alimentazione.

A parte l'interesse della cosa, può essere di ispirazione per qualcuno, voglio mostrare quella che si chiama massa a BUS (Ground Bus) o anche Monorail Ground.


E' il filo continuo (rame OFC argentato semirigido) scoperto che corre lungo il bordo superiore, collega tutte le masse in quello che si chiama un anello aperto (se fosse chiuso sarebbe un ground loop, da evitare) che mette a massa su di una delle prese RCA il box di metallo (schermatura).
Permette per prima cosa di fare un circuito super ordinato (voi vedete 5 fili ma sono collegati la bellezza di 16 contatti),  poi di non avere perdite date da serie di saldature e fili che si intrecciano.
E' la tecnica utilizzata in un sacco di amplificatori valvolari Boutique montati punto punto (point to point).

mercoledì 18 settembre 2013

DAM MeatHead DeLuxe Clone / ColorSound One Knob Fuzz Reissue Mod.

Best seller della DAM, il MeatHead in versione DeLuxe con i tre controlli.
Altro non è che il circuito del "One Knob Fuzz" pedale anni 70 della ColorSound, con aggiunti il controllo della quantità di distorsione (sul ColorSound era fisso a manetta) e un filtro in ingresso che ha le funzioni di un tono.
La DAM costruisce vari modelli "semplici" denominandoli in funzione del suddetto taglio sui bassi, anche una versione proprio per basso, i cui nomi sono :
Standard , Bass, M13, Dark, ecc.
Poi ovviamente la versione DeLuxe che li riassume tutti e va anche oltre gli estremi del controllo Filter.

Ovviamente ho utilizzato gli stessi transistor utilizzati negli ultimi modelli BC337 e BC107 e in più resistenze ad impasto di carbone (difficilissimo trovarle da 1/8 di watt indispensabili per le dimensioni del circuito), condensatori Orange Drop ecc.

Onestamente è più bello dell'originale, sempre grazie a Paolo che me li vernicia.


Ho utilizzato un signor trimmer di precisione per regolare il BIAS, (effettiva utilità nessuna rispetto a uno normale da 2 soldi, ma occupa meno spazio)


Ovviamente il circuito va ruotato e ben isolato per poter chiudere il pedale,
e questo è un circuito piccolo, pensateci quando chiedete di fare versioni dei pedali più complessi in box minuscoli !!!


Per chiarire qualche perplessità i jack di plastica che ho montato, indispensabili in box così piccoli per esempio, nulla hanno a che vedere con quelli di cui parlavo in un altro post, questi li trovate nei cataloghi sotto la dicitura "Amp Style Jack" e infatti sono gli stessi che monto nei miei ampli, sono fatti con ottimi materiali e hanno i contatti placcati oro, non ne ho mai dovuto sostituire uno.
Si, avete indovinato la batteria e una Philips Zinco Carbone, giusto per fare le cose come vanno fatte, o come scrive sui suoi pedali AnalogMan "We do pedals right".

martedì 17 settembre 2013

Dunlop J.Hendrix Silicon FuzzFace @ J. Bonamassa Fuzz Face

Una modifica radicale per l'ennesimo FuzzFace della Dunlop, in questo caso uno dei nuovi JHF1 Hendrix Fuzz Face, quello blu con i transistor al silicio BC108 per intenderci.
Il pedale in questione era già stato modificato sostituendo i due BC108 cinesi di serie (pessimi e mal selezionati) con 2 dei miei BC108 NOS a norme militari (ma cosa più importante BEN selezionati).

Ma dopo che ho fatto lo stesso servizio sulla versione rossa montando i transistor al germanio NKT275 il cliente si è innamorato del calore che solo il germanio può dare e mi ha chiesto di modificare radicalmente anche il suddetto pedale.
Onde evitare di avere 2 pedali identici abbiamo optato per montare il circuito con le modifiche del Bonamassa signature, quindi utilizzando una coppia di transistor russi (sempre super selezionati).

Ho usato uno dei vecchi PCB che montava la Dunlop negli anni 90 e che ho smontato dai Fuzz face che modifico radicalmente sostituendo anche il PCB montando delle copie degli originali in Bakelite.


Ecco come si presenta il PCB originale con montati i miei MIL BC108


La gabola sta sotto :

Come si può vedere sono stati aggiunti vari componenti in SMD (2 trimmer, 1 resistenza, 1 condensatore), il tutto per ovviare alla completa mancanza di selezionatura dei transistor.

Per dovere di cronaca aggiungo anche la foto del nuovo circuito del JDF2 Fuzz Face, il nuovo rosso con transistor al germanio.

Tralasciando tutti i componenti aggiunti per stabilizzare i transistor non selezionati (da notare proprio in mezzo ai 2 transistor una termistenza RT1, cioè una resistenza che varia il proprio valore in funzione della temperatura), i 2 transistor modello LF121C della NTE nulla hanno a che vedere con i classici transistor usati in questi pedali.



sabato 14 settembre 2013

Nuovo Look : ColorSound Power Boost / Overdriver

Nuovo colore per il clone del ColorSound Overdriver / Power Boost, sempre in martellato ma color argento per poter vedere le serigrafie :




Sembra una fesseria ma le stampanti consumer, sia a getto di inchiostro sia laser, non stampano il colore bianco.
Io applico le serigrafie con la tecnica del Water Slide quindi su foglio trasparente, ma quando mi sono trovato a dover serigrafare i pedali neri mi sono reso conto che nella mia stampante laser non esiste il bianco, facendo una ricerca mi sono reso conto che il colore bianco l'hanno solo le stampanti professionali, roba da tipografia e super costose, (prima o poi valuterò come vengono le scritte in giallo)





Consigli per gli autocostruttori : I collegamenti a massa

In un pedale ci sono molti punti dove si può prendere il contatto della massa, specialmente se i jack usati sono quelli seri (in questo caso gli Switchcraft) a frame aperto che mettono automaticamente a massa tutto il box che è di metallo (alluminio pressofuso).
Ma per forza di cose il migliore dove collegare la massa del percorso audio del circuito è quello del jack di uscita, che è quello virtualmente più vicino all'ingresso dell'amplificatore e quindi alla sua messa a terra.
Ovviamente questa è una finezza, ci sono altri punti che vanno bene uguale, ma consiglio comunque almeno di dividere, per esempio, la massa dell'ingresso dell'alimentazione da quella del circuito e ovviamente di non collegare le masse in tanti punti diversi.
Avere troppi punti di massa specialmente con contatti che si posso ossidare possono portare instabilità al circuito (specialmente quelli HiGain) creando delle differenze di resistenza.
Per ovviare a questo consiglio di montare sempre degli anelli antivibrazione (quelli dentellati per capirci) su tutti i componenti di metallo che vanno montati sul box.
Per esempio stringendo il bullone dei jack le dentellature penetrano nell'alluminio creando un contatto perfetto e che ossida più difficilmente.
Non consiglio di usare i jack in plastica, anche se lo fanno tanti produttori è solo una mera questione industriale e di spazio, durano pochissimo in confronto agli open frame e si rompono con una facilità estrema, quindi meglio 2 cm in più di pedale ma che vi duri una vita (ai produttori industriali non frega nulla dato che come tutti i componenti soggetti ad usura difficilmente ve li cambiano in garanzia, a loro interessa solo far vedere che il loro pedale è più piccolo e vi occupa meno spazio in pedaliera, ma è una spazio che si paga in qualità dei componenti.





giovedì 12 settembre 2013

IN ARRIVO : Tycobrahe Octavia / Fulltone OctaFuzz

Non è proprio una novità dato che ne ho venduti già due ma non ho mai fatto in tempo a fotografarli.

Prendo l'occasione per collegarmi con il post precedente e mostrare come si deve fare (a livello di autocostruzione) un circuito.

La tecnica usata è quella della Stripboard detta anche VeroBoard dal produttore che ha iniziato a farle negli anni 60/70.
E' sempre una tecnica da prototipo ma ha tutte le qualità di un vero circuito stampato (che se fatto veramente bene a livello industriale, non a casa, è sicuramente migliore ma ti obbliga a farne un certo numero a volte nemmeno piccolo), che veniva utilizzata anche dai produttori anni 60/70 (vedi la ColorSound) ed è tutt'ora utilizzato da super blasonati costruttori boutique (vedi la D.A.M. in primis).

Ho scelto questo circuito proprio perché veramente completo di tutto dato che c'è anche un piccolo trasformatore che è quello utilizzato per creare l'effetto octave.

mercoledì 11 settembre 2013

Consigli per gli autocostruttori (DiYers)

Dato che non sono certo il tipo che tiene i propri segreti custoditi in cassaforte, (e guai a divulgare qualcosa altrimenti mi rubate i soldi del mio lavoro), nei post aggiungerò delle parti un po' più tecniche che interesseranno unicamente chi si diverte con l'autocostruzione.
Ho già diversi clienti autocostruttori che vengono tranquillamente da me ad acquistare i componenti e a chiedere consigli, mi è sempre sembrata una prassi normale ed etica, ovviamente sono il primo a sapere che tutti (quasi, un po' di mano e un'infarinata di elettronica dovrebbero essere indispensabili) possono costruirsi a casa almeno i pedali più semplici (il 90%).
Ovviamente sono anche perfettamente consapevole che tutti possono farsi la pizza a casa ma quella del pizzaiolo cazzuto, in pizzeria con il forno a legna è sicuramente più buona, come sono consapevole che invece la pizza industriale del supermercato è ben lungi da essere paragonabile.

Oltre tutto disprezzo  l'ipocrisia che c'è dietro a certi pedali fatti dai nomi più blasonati che costruiscono, per esempio, l'ennesimo clone di un TubeScreamer, gli cambiano 2 componenti e si mettono li con tanta pazienza a grattare i valori di componenti, transistor e integrati e poi affogano tutto nella resina per non fare scoprire che vi vendono a 250euro un pedale che vi potreste costruire con 30euro, facendo sembrare che ci hanno messo chissà che parto del loro genio da doverlo difendere a spada tratta. (i parti del proprio genio si difendono con i brevetti da chi ci vuole speculare sopra non si difendono da 4 smanettoni dell'elettronica con il saldatore in mano).

Quindi tornando al tema del post ecco un esempio di come NON si deve fare un pedale :

Come potete vedere è quello che si chiama dalle mie parti un bordello di fili, una spaghettata, mantenere un certo ordine e fare passare i fili più vicini possibili agli angoli del pedale (di metallo e quindi a massa) a volte migliora anche il suono e quasi sempre ne diminuisce il rumore.
Ovviamente senza esagerare dato che ho visto pedali dove per mettere ordine tra i fili si fa un bel mazzo e lo stringe in una fascetta, 2 fili belli stretti in alcuni casi diventano un condensatore e quindi oltre a alterare il suono posso entrare in autooscillazione generando fischi e ululati strani che fanno inmattire i soliti sprovveduti.


Ed ecco come si presenta un montaggio da voto 5 all' Ist. Tecnico dove ho studiato, una millefori da prototipo montata anche male con spezzoni dei piedini dei componenti volanti e usati come conduttori con saldature che fungono anch'esse da conduttori (lo stagno è un pessimo conduttore dovrebbe servire solo da collante).

Voi dirette che è il lavoro di un principiante e quindi comunque da apprezzare per l'impegno (se lo fosse sarei d'accordo anche io) e invece no è un pedale boutique Mede in Belgio venduto in Italia nei super negozi specializzati per il basso a quasi 190euro,
quindi occhio a quello che comprate, la pizza artigianale è buona se il pizzaiolo sa quello che fa e non ha iniziato ieri a farla.

P.S. al suddetto pedale prima di fare le foto gli avevo anche dato una sistematina io, a me è arrivato con il circuito che era bello libero di vagare e fare liberamente contatto e quindi non funzionare.

martedì 10 settembre 2013

Dual Looper con sistema anti-bump Bradshaw

Su richiesta di un cliente che non riesce a staccarsi dai suoi fidati pedali BOSS (ci ho provato a farglieli buttare via ma dopo anni diventano come le fidate ciabatte sbrindellate che puzzano di pecorino marcio, il tuo cervello è perfettamente consapevole che sono una mondezza ma il tuo cuore non riesce a separarsene).

Dual looper con sistema anti bump utilizzato nelle pedaliere multi switch realizzate dal mitico Bob Bradshaw e montato sulla sua linea di pedali marchiati CAE Custom Audio Electronics.

E' un semplice switch elettronico che utilizza 2 FET J177 che lavorano in tandem con lo switch meccanico "ammorbidendone" elettronicamente lo scatto, in questo modo oltre a diminuire drasticamente il "bump" si allunga considerevolmente la vita dello switch che ; Primo non deve più gestire da solo la commutazione elettrica (scintillamento). Secondo anche se invecchiando la commutazione diventa via via più rumorosa per il consumo dei contatti lo switch elettronico abbatte comunque il rumore rimandando considerevolmente la necessità di sostituzione.
Ovviamente il pedale rimane assolutamente TRUE BYPASS ed è un circuito che posso montare in qualsiasi pedale al prezzo di 10euro sui miei e 20euro su altre marche (ovviamente il pedale deve essere True Bypass)


Consiglio per gli autocostruttori : I cavi di colore diverso non sono un'abbellimento estetico ma servono ad un più rapida individuazione sia in fase di collaudo sia in fase di riparazione.
Abituato con i circuiti degli strumenti elettronici e delle radio militari anni 50 dove l'intero progetto prevedeva la possibilità di riparazioni rapide anche da parte di tecnici non proprio super formati (addirittura ci sono i gommini per poter appoggiare il circuito smontato dallo chassis sul piano di lavoro mentre si effettua la riparazione, senza contare i punti per le misure ecc ecc) fare queste cose mi torna certamente più naturale di quello che imparano oggi i "tecnici" in erba e cioè che se non funziona o è in garanzia e va nel bidone.

Il pedale suddetto costa 70euro
La versione a 3 switch 90euro
La versione a 4 switch 110euro
La versione a 5 switch 130euro

Nella foto ci sono anche le versioni con incorporato un boost clone dello Zvex Super Hard On che è montato in serie all'uscita dell'ultimo loop, in questa maniera l'ultimo loop può essere usato come boost e allo stesso tempo anche come semplice loop dato che il SHO è anche un ottimo buffer con volume pari a zero.
Il costo è di 20euro in più per l'aggiunta del boost.

P.S. Tutti i prezzi si intendono IVA compresa, i professionisti possono tranquillamente chiedere la fattura che la garanzia rimane comunque a vita (ovviamente limitata a quei componenti che non subiscono un'usura meccanica).

venerdì 6 settembre 2013

Un nuovo quadro per il mio laboratorio

Ho riunito e messo in cornice tutti i foglietti che trovo nelle buste sigillate di fabbrica dei transistor al germanio che ho comprato, ovviamente ne ho altrettanti che mi sono arrivati non in buste sigillate e quindi senza etichette.
Da calcolare che ogni busta contiene da un minimo di 50 transistor fino a 150.
Ho anche messo i cartoncini delle resistenze ad impasto di carbone NOS della Allen Bradley, ogni cartoncino ne contiene o 25 da 1/2 watt o 50 da 1/4watt, mentre per i transistor per testarli li apro appena arrivati di cartoncini di resistenze ancora sigillate ne ho altre decine.

giovedì 5 settembre 2013

Da qui si inizia !

Da buon antisocial.......network odio Facebook, però è innegabile che ha i suoi lati positivi, come quello di condividere con tante persone le proprie esperienze.
Ovviamente trovo abbastanza ridicolo se non da "psicoanalisi" condividere i c....i propri più intimi con gente che forse hai conosciuto ad una festa (ma non ti ricordi proprio bene dato che eri alla quinta birra) o con cui hai forse scambiato 5 parole una volta nella vita.

Ciò non toglie che ormai anche le attività commerciali a tutti i livelli hanno il loro bel profilo ad uso puramente pubblicitario.

Ma a me non interessa farmi pubblicità e Facebook non mi pare il luogo adatto dove parlare di cose serie.

Quindi?
Twitter?
Bho manco lo conosco e poi c'è pure il Papa non è certo il posto per discutere di elettronica.

Perchè non aprire un blog dove riportare qualche esperienza e qualche riflessione, ovviamente inerente unicamente al mondo dell'elettronica per il mondo della musica e più in dettaglio per il comparto Chitarre / Bassi?

Ed eccomi qui,
spero di avere il tempo e di non trascurare troppo questo nuovo impegno.

Ciò non toglie che per qualsiasi cosa c'è il forum del mio negozio, ed ovviamente la mia mail :
Forum Guitars&Co.it
info@guitarsandco.it