venerdì 25 dicembre 2015

HiFi : doppio monoblocco di 300B --- Buon Natale !!

La mia passione, da dove tutto è scaturito, sono gli amplificatori HiFi a valvole, e ne ho appena finito di montare uno su richiesta, il primo dopo anni.
Capisco che potrebbe non c'entrare molto con amplificatori e pedali per chitarra/basso, però non si sa mai, qualche musicista potrebbe anche decidere di ascoltare musica in maniera un pò più decente e non solo suonarla.
Approfitto anche dell'occasione per scusarmi con i miei clienti che hanno i loro ampli da restaurare in attesa da mesi dimostrandogli che non sono stato con le mani nelle mani.

Entro nei particolari che potrebbero sembrare arabo per i non patiti e/o addetti ai lavori.
L'ampli, o meglio gli amplificatori, sono due monoblocchi cioè due amplificatori mono che ovviamente lavorano in tandem per la riproduzione stereo.
Si basano sulla super famosa Western Electric 300B, una valvola prodotta negli anni 30 per amplificare i primi cinema "sonori" non più muti.
La 300B è un triodo a riscaldamento diretto che in single ended (classe A) tira fuori la bellezza di 8Watt, negli anni 30 con una coppia di queste in push pull (circa 20watt) si sonorizzava un'intero cinema, (merito delle trombe Western Electric che avevano una sensibilità spaventosamente alta, anche 130db), al tempo non avevano Surround, Dolby Digital e THX.



Le altre scelte tecniche sono l'uso della 6SN7 come valvola di preamplificazione (la trovate anche su certi Fender anni 50, i cosidetti TV Box), in un due stadi ad accoppiamento diretto (in tensione), approccio che permette di non avere un condensatore a sbarrare la corrente continua tra uno stadio e l'altro e quindi massima fedeltà di trasferimento del suono.
E poi un vezzo per rimanere in tema vintage e cioè l'uso della valvola rettificatrice; ho usato la 5U4G della Svetlana con la caratteristica forma a duomo (le stesse che montava la Mesa Boogie negli anni 80/90)
Rettificatrice che alimenta un triplo filtro a Pi Greco, 2 induttivi e uno resistivo per la massima reiezione dei rumori di fondo (ripple).


Ovviamente la scelta dei componenti è fatta con la massima oculatezza, scegliendoli e selezionandoli uno per uno e accoppiandoli in modo che i due amplificatori siano quanto più possibile speculari (da finali di potenza che sono non hanno nemmeno un volume in ingresso e quindi non ci si può permettere che uno abbia un volume più alto dell'altro).
Da notare l'uso di un parallelo di condensatori carta/olio nell'unica posizione sul percorso del suono dove era indispensabile, un Mundorf EVO Gold/Oil e un mitico Bosch anni 70 usato nelle apparecchiature di ultra precisione tedesche anni 70.
Ovviamente il tutto è filato in rame OFC 99% argentato e isolato in teflon e tutte le saldature sono fatte con lega Cardas Quad-eutectic (stagno, piombo, rame, argento)


Ma come suona?
per anni ho volutamente ignorato le 300B, un pò perchè costose (una coppia decente ma economica costa anche 400€), un pò perchè mi sembrava la scelta dei fighetti che per avere 2/3 watt in più spendevano una cifra (anche i trasformatori sia di alimentazione sia di uscita devono essere adeguati alla valvola e quindi più costosi) senza cimentarsi in qualcosa di meno comune ma più appagante.
Ma mi sono dovuto ricredere, forse non è l'amplificatore che ha gli alti più raffinati che abbia mai costruito, ma ha sicuramente i bassi più portentosi, veloci e coerenti che abbia mai ascoltato, una roba da lasciare a bocca aperta, specialmente dopo averli ascoltati alla prima accensione direttamente su dei mono via con altoparlanti da 13cm (quindi minuscoli, 6 pollici circa) caricati a tromba, sembrava di avere un sub nella stanza.
Senza parlare della cosidetta "separazione tra i canali", più separati di così .....

E' Natale, ho tempo e quindi faccio qualche riflessione :

lo schema elettrico di un ampli così è estremamente semplice, ha forse meno componenti di un Fuzz Face, ma la scelta e la selezione degli stessi è fondamentale per avere un risultato che si innalza sopra la media dell'autocostruzione.
L'utilizzo della strumentazione adatta è indispensabile per la sua realizzazione, dal tracciacurve per determinare il punto di lavoro delle valvole finali, all'oscilloscopio, a l'analizzatore di spettro/distorsimetro ecc ecc.
Il settaggio "ad orecchio" lo può fare "l'artista" (ironico), da tecnico competente sono perfettamente consapevole che, per esempio, il mio orecchio dopo 12 anni di onorata carriera come fonico live sente molto meno frequenze alte dell'appassionato di HiFi che si ascolta Davis e Coltrane con un valvolare da 3Watt e il cui massimo stress uditivo giornaliero è la moglie che dal piano di sotto gli urla che la cena è pronta.

Tornando alla scelta dei componenti anche la tecnologia di costruzione è importantissima e questa esperienza con l'HiFi l'ho portata anche sui miei ampli per chitarra.
Mi capita di mettere mano ad ampli boutique che costano svariate migliaia di euro, amplificatori bellissimi, ordinatissimi e che usano componenti al top, montaggi punto punto con tag board popolate con solo resistenze ad impasto di carbone e tutte della stessa dimensione e quindi potenza dissipativa.
All'occhio del profano possono sembrare dei lavori eccelsi, ordinatissimi e di grande qualità.
Ma chi ha detto che una resistenza ad impasto di carbone funziona meglio di altre in qualsiasi punto del circuito? il solito forum italiano?
70 anni di progresso tecnologico avranno portato qualche innovazione nel mondo delle resistenze o dobbiamo ancora usare le resistenze degli anni 50? , e negli altri componenti?

Per esempio quando si costruisce il clone di un ampli Fender anni 50/60 la smania è quella di farlo più simile all'originale possibile e quindi di montare tutte resistenze ad impasto, ma voi avete mai visto l'interno di uno di quegli ampli che ha avuto un'onorata carriera?
Sembra la faccia della diva o dello stilista di turno di 70 anni, ci sono così tante mani di chirurgia plastica da sembrare Frankestein.
Componenti che hanno ceduto anno dopo anno e che sono stati rimpiazzati con quelli dell'epoca della riparazione, con un occhio esperto si possono anche riconoscere le annate delle varie riparazioni; gli elettrolitici anni 70, i potenziometri anni 80, le resistenze anni 90 ecc ecc.

Questo preambolo per dire che le resistenze ad impasto di carbone vanno bene sul percorso del suono e su certe resistenze di anodo perchè anti induttive, ma per esempio le moderne film metallico sono ottime sul circuito di Bias, le vecchie film di carbone sui catodi, ecc ecc anche per gli altri componenti, e che la scelta va fatta anche in funzione dell'affidabilità e della costanza di prestazioni nel tempo (specialmente per uno come me che da garanzia a vita su tutti quei componenti che non hanno un'usura, una resistenza scelta con criterio del giusto tipo e sovradimensionata durerà sicuramente più di me!).
E questo vale per qualsiasi altro componente !

In un'era dove certi Marshall moderni soffrono del cosidetto "bias drift" (ammesso anche dall'azienda) che ti frigge le valvole finali anche dopo soli 6 mesi/un anno e solo perchè non hanno voluto montare resistenze a film metallico (più stabili all'aumentare della temperatura, ma più costose 1cent contro 2 cent probabilmente per loro) e dove sia i nuovi Vox AC30 sia i Fender della serie Hot Rod bruciano continuamente le resistenze di griglia sotto dimensionate (portando al break down delle valvole finali), vedere amplificatori artigianali che montano componenti senza nessun criterio tecnico ma solo per estetica e "hype" per alzare il prezzo è veramente triste.

Per concludere ci sono miei ampli che mi ritornano dopo 10 anni per qualche sistemazione che montano ancora le valvole originali e che ancora testano quasi come nuove tanto che rimango basito pure io; chiedo sempre quanto suonano e quando mi sento rispondere: "quelle 3/4 ore alla settimana di prove ad alto volume" e nella mia testa mi metto a calcolare quante settimane ci sono in 10 anni, rimango sbalordito !

mercoledì 23 dicembre 2015

AnalogMan Peppermint Fuzz clone

Su richiesta il clone del Peppermint di Analogman che altro non è che un rimaneggiamento del circuito del Fuzz Face classico.
Le modifiche al circuito sono piccole ma il risultato è interessante, in poche parole il cuore della modifica è l'utilizzo di 2 transistor al germanio ad alto gain, il doppio rispetto allo standard, e di un controllo di Bias esterno che fa spaziare da suoni gate a suoni molto compressi ben oltre il solito range del "Sun Dial" dei Sun Face di AnalogMan.


A seguire l'interno di un Peppermint con già installato il circuito invertitore di tensione che permette di alimentarlo in catena ad altri pedali con standard BOSS Ibanez (10€ in più).


venerdì 18 dicembre 2015

Dallas Rangemaster / AnalogMan Beano Boost clone nuova release

Approfitto della nuova serie dei miei cloni del Rangemaster, dove ho apportato alcune migliorie e migliorato il layout, per fare alcune riflessioni.


Intanto le migliorie sono :
-l'aver aggiunto entrambe le resistenze di pull-down sia in ingresso che in uscita per un inserimento più silenzioso.
-il condensatore in uscita in Mylar come negli originali.
-migliorato il circuito anti "effetto radio" che usa un condensatore a "tubetto" anni 50 per le alte frequenze.
-migliorata la selezione dei transistor.


Come ho detto approfitto per fare alcune riflessioni scaturite da varie conversazioni che ho avuto ultimamente con i miei clienti :
quando si clonano dei pedali che hanno progetti vecchi anche più di 50 anni se si vuole essere più fedeli possibile agli originali inevitabilmente si clonano anche i difetti (non solo i pregi) che avevano gli originali.

Per esempio possiamo iniziare dal cuore del pedale e cioè il mitico OC44 della Mullard.
Se andiamo a leggere i data sheet d'epoca troviamo scritto :
PNP Germanium alloy transistor intended as oscillator and mixer in AM broadcast receivers
Tradotto "transistor al germanio utilizzato come oscillatore o mixer in radio AM"
Quindi non è nemmeno un transistor da utilizzare come amplificatore di segnale e assolutamente non in banda audio ma solo in alta frequenza (si parla di 15MHz)
Però funziona alla grande, ma è rumoroso, ha un dinamica eccezionale, ma è microfonico, in quel circuito suona meglio di altri transistor studiati per quell'applicazione, ma ha dei difetti che altri non hanno.

Se io mettessi nelle mani di un ingegnere "che ci capisce" lo schema e gli chiedessi di migliorarlo, dopo il primo sguardo di scherno e derisione indicherebbe proprio il transistor come fonte di tutti i difetti e mi indicherebbe senz'altro un transistor al germanio migliore, più silenzioso e adatto allo scopo.
Ho detto che ci capisce perchè quello che non ha un'idea del suono "vintage" e di una certa ricerca di certi suoni classici mi direbbe subito di usare l'ultima novità in campo elettronico, Ultra Low Noise, High Dynamic, Super Figata. 

E questa è solo la prima parte, poi arriva il fatto che a volte il circuito capta le onde radio e vi sentite la radio locale in sottofondo, qualcosa si può fare ma forzare la mano significherebbe modificarne la risposta in frequenza.
Quando un mio cliente me l'ha fatto notare l'ho indirizzato nella pagina di Analogman che ne parla;
al solito tante chiacchiere ma la frase importante suona così " visto che nel mio laboratorio la radio non la capta non ci posso fare niente se a casa vostra lo fà", condensando ancora di più "c..... vostri"

Quando faccio queste chiacchierate mi viene sempre in mente l' Harley Davidson che negli anni 90 ha introdotto il contralbero nei propri motori per ridurre notevolmente le vibrazioni.
Ovviamente ne scaturì una polemica mondiale dove tutti gli affecionados urlavano allo scandalo visto che non sembrava più di guidare una vera Harley ma una giapponese.
Ma all' Harley Davidson ci avevano visto giusto valutando che il loro nuovo cliente tipo era il dentista o l'avvocato che la domenica voleva fare finta di fare il byker (ma solo per finta) ed era tutto contento di avere il look classico ma i confort moderni.

Quindi la morale è che il Rangemaster, come altri pedali d'epoca, non è un pedale per tutti, che se non avete esigenze particolari c'è sicuramente di meglio e che se volete il pedale anni 60 vi beccate anche i difetti insieme ai pregi del pedale anni 60.
Ovviamente la bravura di chi fa il clone è quella di risolvere i suddetti problemi pur mantenendo il suono originale, ma come dice il detto "la botte piena e la moglie ubriaca ecc ecc".


giovedì 3 dicembre 2015

Altri pedali doppi ........

Un'altra carrellata di pedali doppi costruiti su richiesta :

Si inizia con un'accoppiata di King of Tone e Jan Ray :



Quanto costa comprarli originali separati ?

Si continua con un'accoppiata di fuzz signature della Dunlop, il Bonamassa e l' Eric Johnson :



Dato che il Bonamassa ha transistor al germanio, e quindi l'alimentazione invertita, è presente il circuito che inverte la polarità, quindi il pedale è alimentabile con polarità standard e in catena ad altri effetti senza problemi.



Finiamo con l'accoppiata del mio Vintage Vibe con lo Spring Reverb DeLuxe

mercoledì 25 novembre 2015

Orange Treble Bass Boost, DAM Red Rooster clone

Un'ottima alternativa al solito Rangemaster che mi ha incuriosito appena ho visto lo schema elettrico.

Su questo pedale va fatta una doverosa premessa ;
la rete è piena di schemi di questo pedale con tanto di : lo usava David Gilmour, Rory Gallagher e i Wishbone Ash ecc ecc, però se vai a cercare il suddetto pedale non riesci a trovare nemmeno una foto.
Con un circuito pressochè identico esisteva la solita scatoletta sia della Apollo con un transistor al germanio della Toshiba il 2SB175 (c'è l'ho) sia della Vox con un trasistor al silicio, fatto anche dalla JEN sempre per la Vox :


Ma dell' Orange non ci sono tracce, c'è chi ha visto forse un prototipo fatto dalla Sola Sound con marchio Orange, c'è chi ne ha visto uno ma era montato su uno chassis Orange ma di un altro pedale (forse un lavoro amatoriale), c'è chi ha intervistato chi ha lavorato per la Orange che non ne ha mai sentito parlare.

Torniamo alla descrizione del mio pedale, come potete vedere le suddette scatolette non avevano il controllo del volume, solo il blend tra bassi e alti, un filtro non proprio efficiente che tagliava i bassi e esaltava gli alti ad un estremo e tagliava gli alti e esaltava i bassi dall'altro fino a diventare completamente ovattato.
La poca efficienza sta proprio nel fatto che come treble boost funzionava bene, come ci si può aspettare da un buon Rangemaster, ma spostando il controllo il volume cala repentinamente tagliando gli acuti e facendolo diventare inutile e insensato.

Quindi ho optato per il controllo di blend che monto di solito e che è lo stesso che monta la D.A.M. nel suo Red Rooster (un Rangemaster con controllo di blend).
Ovviamente ho montato lo stesso volume che ha il Rangemaster, ma ho mantenuto la stessa polarizzazione (BIAS) dello schema originale (la DAM monta un trimmer per regolarla) e lo stesso transistor un bellissimo Mullard OC76 (ne ho una decina con il guadagno alto più simili all' OC44 che agli originali OC76, a volte i transistor fuori specifica si rendono inaspettatamente utili!).

Il risultato è veramente ottimo, un Rangemaster con qualcosa di più, più controllo sul tono e più distorsione in full boost perfettamente controllabile con il volume della chitarra.


Ho voluto dargli comunque il look Orange, ormai mi ero innamorato dell'idea.

Al solito resistenze ad imposto di carbone, elettrolitici Philips BC e poliestere della ERO.


giovedì 19 novembre 2015

Restauro : Davoli Krundaal Jolly ampli a valvole 5watt

Piccolo restauro di un ampli anni sessanta italiano, il Jolly della Davoli.

Fortunatamente non aveva grossi problemi e in una mezz'oretta è tornato a cantare come 50 anni fà;
il problema più grosso era che dava "la scossa" visto che al tempo avevano un'idea della "messa a terra" un pò balzana, altro che marchio CE e normative varie......


Sul pannello posteriore avevano messo lo schema elettrico, ottima abitudine che si è persa non so in che ragionamento farlocco di protezione della propria "proprietà intellettuale", quando è palese che in questo campo tutti copiano da tutti e non c'è più nulla di veramente innovativo.


Curiosità: il tremolo funzionava caricando una rete di condensatori che venivano scaricati da una lampada neon, non molto funzionale come sistema visto che la resa del tremolo non è un gran chè e l'intensità varia con la velocità di pulsazione, però funziona.


mercoledì 11 novembre 2015

MXR Phase 45 '70s clone

Clone del Phase 45 anni 70 della MXR, il cosidetto Script Logo.

Ho aggiunto uno switch che inserisce la classica modifica che gli fà il buon AnalogMan, la Vibe Mod.


Il Phase 45 è letteralmente mezzo Phase 90, cioè è composto da soli 2 stage che gestiscono la rotazione di fase invece dei classici 4 che ha il 90, questo gli da un effetto meno intenso ma per certi versi più dolce e gradevole, la modifica lo addolcisce ancora di più e devo dire che è l'effetto di phasing che più si avvicina al suono dell'originale UniVibe, molto più di tutti i vari remake che ne fà la MXR.

Ho aggiunto il Led che non era presente nell'originale ne nella riedizione, la cui luce lampeggia alla velocità (speed) di rotazione della fase impostata sul pedale.

Al solito ho rispettato il tipo di condensatori, resistenze, chip e transistor che erano usati nell'originale anni 70:


Curiosità, l' MXR Phase 45 e il Phasor della DOD hanno sempre avuto il circuito estremamente simile, li ho provati qui e l'effetto del DOD è un pò più scuro e anonimo.

sabato 31 ottobre 2015

Klon Centaur clone compact version

L'avevo promesso all'amico Bruno Mariani e dopo non poco lavoro sono riuscito a far stare il circuito del Klon Centaur in un box da 11x6 cm.


Al momento realizzo solo la versione Silver e soltanto nella configurazione originale non true bypass (bufferizzata).
Visto lo spazio esiguo è stato necessario rinunciare alla batteria.
Come potete vedere dalla foto seguente il PCB è stato fatto sagomato su specifica proprio per quel box.


Il prezzo non cambia, sempre 120euro

Il video per sentire le differenze tra versioni Gold e Silver :


giovedì 17 settembre 2015

G-Lator J-Fet Active Effects Loop

Versione a transistor del Dumbleator, il loop effetti attivo per quegli amplificatori che sono solo provvisti di un Send-Return seriale passivo.

Avendo già costruito il clone a valvole dell'originale circuito Dumble, mi sono cimentato su richiesta sulla versione a transistor, più compatta, leggera ed economica.

Ma dato che deve avere la stessa qualità di un valvolare l'ho costruito seguendo la stessa filosofia.
Dopo aver studiato le varie versioni che vengono costruite ho deciso di seguire la solita prassi della conversione Valvole / J-Fet, utilizzando un montaggio punto punto come sui migliori ampli e tutti i migliori componenti sovradimensionati come se si trattasse di un mio amplificatore valvolare.

Non contento ho deciso di utilizzare un circuito che elevi la tensione applicata ai Fet fino a 35V (partendo dai soliti 9V), più che sufficiente anche per quegli ampli che hanno un'uscita Send bella potente che avrebbe fatto distorcere qualsiasi pedale e quindi qualsiasi circuito alimentato a 9V.
Poi ho scelto un J-Fet molto più robusto e molto più HiFi dei soliti usati nei pedali, i BF245 e ho migliorato l'alimentazione con un pi greco resistivo.
Ho anche aggiunto la possibilità di scegliere se avere il loop seriale o parallelo.





In questa versione viene 130euro, con componenti meno "nobili" 110euro.

giovedì 3 settembre 2015

Compressor C4 upgrade : Chip CA3080 Metal Can

Da uno degli scaffali più dimenticati di uno dei miei fornitori più "esoterici" sono saltati fuori i chip originali anni 70 degli MXR DynaComp (script logo), i CA3080 Metal Can Made in USA della RCA.

Visto che il Keeley C4 altro non è che un DynaComp (ROSS Comp) vintage con 2 regolazioni in più, il chip utilizzato è lo stesso.
E' lo stesso chip montato sulle nuove riedizioni "serie limitata" del '76 DynaComp vintage.
Dal sito MXR italiano :

La componente fondamentale è il circuito integrato di vecchia scuola CA3080 "Metal Can", che rende il funzionamento silenzioso, dando una maggiore trasparenza e gamma dinamica. Questi circuiti integrati sono usciti di produzione negli anni '80, ma la MXR ne ha ritrovata una scorta, abbastanza per produrre una serie limitata di queste piccole scatole rosse. Con le forniture limitate, i '76 VINTAGE DYNA COMP di MXR sono destinati a diventare rapidamente ultra-ricercati proprio come il loro nobile antenato.

Ecco un paio di foto di circuiti originali anni settanta e primi 80 credo :



Ecco i mei chip :



L' upgrade viene 10euro

sabato 29 agosto 2015

Altri pedali doppi : terza parte.

Continua la fiera dei pedali doppi su richiesta :
QUI la prima parte e QUI la seconda parte

La classica accoppiata Wampler Plexy Drive e Brownsound per il mio dual Marshall in a Box :


Un'interessante accoppiata con un Vemuram Jan Ray e un AnalogMan King of Tone.
Praticamente con 150€ vi comprate un'accoppiata di pedali il cui prezzo si dovrebbe avvicinare ai 700euro !!!


Un colore alternativo per il mio King of Tone V4


giovedì 13 agosto 2015

Dual Marshall in a Box V3

Su richiesta un pedale che contiene il Catalibred Dirty Little Secret V3 (emulatore delle grosse Plexy anni 70) e l'emulatore della JCM800 Lead Series 2203 che è una novità.


L'emulatore del JCM800 non esiste in commercio, al solito è un progetto che gira in rete e usa la cosidetta Fetzer Valve riproponendo l'esatto circuito dell'ampli che emula ma sostituendo alle valvole i transistor J-Fet.



Ovviamente le dimensioni sono ragguardevoli 18,5cm x 11,5cm ma indispensabili visti tutti i controlli e i circuiti belli grossi.


Ho aggiunto il circuito per alimentare entrambi i circuiti a 18V con una unica fonte a 9V.
Un pedale così viene 200euro, riservato solo ai malati del suono Marshall classico.

venerdì 31 luglio 2015

Nuovo look : Hermida Audio Zen Drive clone

Dopo anni mi hanno richiesto il clone dello Zen Drive e quindi l'ho rifatto serigrafato


Su questo pedale vanno spese due parole :
pur essendo l'ennesimo rimaneggiamento del core progettuale del Tube Screamer (e affini) è un ottimo pedale con qualche finezza che lo distingue e lo eleva da tanti altri.
Ma non è su questo che volevo spendere due parole ma sul fatto che è uno dei 3/4 pedali che vengono annoverati come "suonanti" come un amplificatore Dumble.
Ma dove ????
Prendo un Tube Screamer gli do un pelo di dinamica in più e suona come un Dumble ?
Poi magari lo faccio distorcere un pò di più e suona come un Mesa Boogie ???
Ma per favore.

I vari Dumbloid (che sto per realizzare), Dumbell (già realizzato) ecc ecc sono tutti dei rimaneggiamenti del circuito del Tube Screamer, se bastano 2 operazionali e un paio di diodi per fare il suono di un ampli valvolare da 10000$ siamo un pezzo avanti con le cazzate ;-)

Gli unici pedali che si avvicinano al suono dell'amplificatore valvolare che emulano sono gli emulatori a FET come il mio Dumble in a Box, che lungi da me dire che suona come un ampli valvolare però è sicuramente il circuito che si avvicina di più come tipo di distorsione e equalizzazione.

mercoledì 1 luglio 2015

La fiera dei pedali doppi parte seconda

Altre richieste di doppi pedali, anche molto interessanti :
La prima parte QUI

Si inizia con una bella accoppiata Colorsound Boost Overdriver con un Fulltone Soul-Bender, la somma dei due è veramente accattivante.


Si continua con un doppio AnalogMan SunFace, il primo con i mitici NKT275 e il secondo con i classici BC108, anche qui il primo al germanio usato per boostare il secondo è veramente azzeccato.
Ovviamente la sezione al germanio ha l'invertitore di polarità e tutto il pedale è alimentabile in catena con altri effetti senza problemi.


Si finisce con una bell'accoppiata di suoni Marshall, il PlexyDrive di Wampler è il BrownSound.
In quaso caso il secondo switch funge da selettore tra i due pedali per avere un overdrive con il primo e un distorto da solo con il secondo.




mercoledì 24 giugno 2015

AnalogMan King of Tone clone

Ennesimo clone di uno dei best seller del re dei clonatori AnalogMan.
Questo giro ho clonato il clone modificato del Blues Breaker della Marshall , il King of Tone.

Mitico pedale la cui lista di attesa per averlo era arrivata a ben 17mesi, con tutta una leggenda dietro pompata ad arte dal buon AnalogM che in un messaggio ai limiti della fantascienza afferma che non può assumere qualcuno ad aiutarlo a farli perchè se poi non li vende più deve licenziarlo.
Stendiamo un velo pietoso.

Torniamo al sodo ;
come ho scritto il pedale è il clone del suddetto pedale Marshall anni 90, con delle piccole modifiche, tra cui l'aggiunta di un controllo di presenza interna su trimmer e di 2 dip switch per scegliere 3 livelli di distorsione :
Un livello clean dove la poca distorsione è direttamente generata dal chip.
Un livello Overdrive che è estremamente simile a quello tipico del pedale Marshall.
Un livello Distortion che è bello spinto.

AnalogMan ha costruito ben 4 versioni, la prima è quella più semplice e più simile al pedale da cui è copiato, nella seconda ha aggiunto un secondo switch per avere due livelli di gain, la terza che è subito stata soppiantata dalla quarta che non è altro che 2 circuiti della prima versione in un unico pedale.

Io al momento ho realizzato la prima e la quarta, ovviamente come al solito ho trovato i diodi originali e il chip originale e come al solito non contento dei comandi nascosti dentro il pedale li ho portati all'esterno.
La V1 dove ho portato all'esterno il controllo dei livelli di distorsione, nella stessa configurazione del pedale di AnalogMan Prince of Tone:




La V4 dove oltre al controllo di livello di distorsione ho portato fuori anche il controllo di presence per un migliore controllo di tutti i parametri in modo da avere un pedale da utilizzare come boost e uno come distorsione, oppure in qualsiasi altra configurazione :



Il prezzi al solito sono 100euro per il singolo e 150euro per il doppio e l'attesa e di 16mesi e 20giorni di meno ;-)

giovedì 18 giugno 2015

Solasound / Vox Tone Bender Professional MKII OC75 clone

Finalmente ho avuto il tempo di montare la versione lusso del Tone Bender MKII con gli originali transistor al germanio Mullard OC75


Ovviamente anche tutti gli altri componenti sono al topo della qualità :
resistenze ad impasto di carbone, condensatori elettrolitici Philips BC, condensatori a film Philips e in uscita un bel Mullard Mustard NOS originale anni sessanta.
Più la classica batteria zinco carbone Danelectro Vintage Power.


Ovviamente il prezzo lievita a 140euro e ovviamente come praticamente tutti i fuzz al germanio ha l'alimentazione con polarità invertita e non può essere alimentato in catena ad altri effetti che hanno polarità standard. (con un sovraprezzo di 10euro posso montare il circuito che risolve tutte le incompatibilità)

venerdì 5 giugno 2015

Nuovo Buzzaround clone con modifica Master Volume.

Su richiesta ho costruito un nuovo modello di Buzzaround che incorpora l'aggiunta del Master Volume.

QUI potete trovare il post del mio clone originale e QUI il post con un video.

L'aggiunta del volume non cambia in nessuna maniera il suono del pedale e anzi aggiunge la possibilità di ampliare la gamma di suoni possibili permettendo di sfruttare anche quelli che avrebbero avuto un volume di uscita spropositato.


La configurazione ora è quella di un pedale standard con i comandi non sul lato superiore.

Il circuito con gli NKT275 "economici", con componenti super e montato punto-punto :


Ho ritrovato le foto di uno dei vari pedali boutique americani super blasonati e super costosi che mi hanno mandato a modificare,
nell'ordine ho aggiunto :
-il master volume (il potenziometro sul lato superiore),
-la presa di alimentazione,
-il circuito invertitore di polarità (i pedali con transistor al germanio salvo rari casi hanno polarità invertita e non possono essere alimentati in catena con altri pedali con alimentazione standard, il mio Buzzaround non fà eccezione, ma si può sempre richiedere di montare il suddetto circuito che risolve tutte le incompatibilità).
-sostituito i transistor (giapponesi senza nessuna selezione) con gli NKT275 originali.

Ovviamente il proprietario ha detto che il pedale è migliorato in maniera sostanziale, oltre ad essere molto più gestibile e comodo da usare in pedaliera visto che prima non aveva la presa di alimentazione.